Con la manovra finanziaria 2021, è stato messo in primo piano un pacchetto dedicato alle pensioni. Tra gli aspetti da considerare quando lo si nomina rientra la scelta del Governo di prorogare per i prossimi tre anni l’APE social e l’Opzione Donna, ossia la misura che consente alle lavoratrici di sesso femminile che hanno compiuto 58 anni e maturato 35 anni di contributi – per le autonome bisogna considerare un anno in più ai fini della maturazione dei requisiti anagrafici – di andare in pensione prima, ma con il calcolo dell’assegno con metodo contributivo e non retributivo.
Quando si parla delle novità relative alle pensioni, è doveroso citare anche cambiamenti relativi agli importi, aspetto che impatterà soprattutto chi si ritirerà dal lavoro quest’anno.
Pensioni 2021: perché saranno più basse
Quando ci si chiede cosa sta succedendo quest’anno con le pensioni, è necessario ricordare che, in virtù dell’andamento dell’inflazione negli ultimi anni, ci sarà una sorpresa tutto tranne che piacevole per chi, quest’anno, concluderà la sua carriera lavorativa.
Fondamentale a tal proposito è considerare che il calcolo con metodo contributivo attualmente in vigore permette di determinare l’importo dgli assegni sulla basa dell’inflazione quinquennale. In virtù di questo meccanismo, si potrà parlare, per i neo pensionati del 2021, di una riduzione dell’assegno.
Per dare qualche numero in merito facciamo presente il caso di un pensionato che percepisce un trattamento lordo pari a 25.000 euro annui. In questo frangente, in virtù delle nuove regole previste, si parla di una riduzione dell’assegno di circa 10 euro mensili.
Questa è solo una delle sorprese non piacevoli da chiamare in causa quando si parla di pensioni 2021. Doveroso è infatti rammentare che, in casodi maturazione dei requisiti per l’accesso al trattamento previdenziale alla fine del 2020, si può addirittura arrivare alla perdita di una mensilità.
Il motivo è legato al fatto che la decorrenza dei trattamenti maturerà a partire da febbraio e non, come invece succedeva gli altri anni, con l’inizio del mese di gennaio. Ciò significa che, per il primo mese dell’anno, i neo pensionati non percepiranno assegni. Si parla quindi, entrando nel vivo dei numeri, di un reddito inferiore del 7,7% in confronto a quello percepito negli anni pre 2021.
Non tutto quello che riguarda le pensioni quest’anno è nero. Per alcuni lavoratori penalizzati negli anni scorsi in particolare dalla Riforma Fornero sono in arrivo buone notizie. Tra queste è possibile citare l’esonero temporaneo dai contributi INPS previa dimostrazione del decremento reddituale.