Il blocco del conto corrente è tra i principali incubi di tutti i correntisti, perché fondamentalmente è sintomo di qualche grave problema presso le nostre finanze: le motivazioni che portano un conto a subire un blocco sono molteplici e non per forza direttamente collegate alla banca stessa. È opportuno ricordare che da qualche anno le banche non sono tenute obbligatoriamente a comunicare un eventuale provvedimento del genere all’utente.
Debito
Il conto può essere bloccato in primis per insolvenza nei confronti della banca, ossia quando il cliente ha un debito e si crea il cosiddetto “scoperto”, ossia la situazione del conto “in rosso” che rende il cliente debitore. Tutte le banche hanno un limite massimo di conto in rosso, che una volta superato fa scattare il blocco del conto che può essere ripristinato solo offrendo delle garanzie di pagamento.
Lo stesso può avvenire anche non direttamente dalla banca, ossia quando c’è un vero e proprio pignoramento da parte di aziende esterne, facendo da “tramite” tra il richiedente del debito alla centrale dei Rischi (CR) della Banca di Italia.
Riciclaggio
Le norme approvate negli ultimi anni hanno apportato un limite consistente sul riciclaggio di denaro, pratica sempre molto diffusa: anche in questo caso ogni banca deve adattarsi a queste norme e non è tenuta ad informare per prima il blocco del conto per un bonifico di provenienza sospetta o particolarmente alto. Qualora questo accada, è possibile “spiegare” presso la banca quanto accaduto, e successivamente è possibile “sbloccare” il conto riempiendo il questionario MiFID, che certifica la conoscenza ed i limiti in merito alle norme antiriciclaggio.