Di recente termini utilizzati da molto tempo nei contesti economici e sociali sono molto presenti anche nel linguaggio comune, diffusi attraverso i media ma sempre più anche dalla “gente comune”. L’inflazione è indubbiamente uno di questi, anche se costituisce una condizione in realtà praticamente sempre presente, che ogni nazione al mondo prova a contrastare con strategie anche molto diverse e complesse, come sta accadendo all’interno dell’Unione Europea da oramai diversi anni, ma che nel contesto attuale, dominato dall’insicurezza economica, il concetto di inflazione sta raggiungendo picchi importanti, registrati raramente nella storia recente, che influenzano anche in modo molto percepibile il costo della vita, come anche i generi alimentari.
Inflazione e generi alimentari: ecco cosa costa di più
L’inflazione infatti è definita da numerosi fattori e tende ad aumentare a fronte di una maggiore richiesta di beni, servizi e risorse. Tra questi sono sicuramente i carburanti ed il costo relativo che hanno subito dei rincari molto importanti a partire dalla scorsa primavera, oltre al costo di elettricità e gas.
Ma come abbiamo osservato, anche altre risorse come il grano e tutti i derivati sono stati fortemente influenzati da un aumento del costo.
Questi aumenti sono tendenzialmente stati percepiti nel corso di tutto il 2022 e l’Unione Nazionale dei Consumatori ha stilato una vera e propria graduatoria dei generi alimentari che rispettto a 12 mesi fa sono aumentati, sempre a causa di un generico incremento del costo dei beni.
- pane (+15,9%)
- latte conservato (+29,4%)
- margarina (+28,2%)
- vegetali freschi (+25,1%)
- farina (+23,7%)
- uova (+18,7%)
- latte fresco parzialmente scremato (+18,3%)
- pollame (+18%)
- vegetali surgelati (+15,3%)
- latte fresco intero (+14,8%).
- pasta (+22,5%)
Tutti questi aumenti sono solo alcuni tra i più rilevanti ed importanti presi in esame dalle varie associazione consumatori e portali di statistica. In senso generico l’inflazione effettiva misurata per il 2022 ha superato ampiamente l’11 %, attestandosi su una previsione di poco superiore all’11,8 %, quindi in linea con le altre nazioni del blocco europeo.