I francobolli di valore sono delle chicche molto amate dai collezionisti più raffinati. La filatelia, infatti, è una porta aperta sulla storia del mondo e su diverse curiosità dedicate a personaggi importanti.
Se ti stai approcciando per la prima volta al mondo della filatelia, senza dubbio ti sarà balenata in testa la domanda relativa ai pezzi di maggior valore. Quali sono? Nelle prossime righe di questo articolo, ne abbiamo elencati alcuni.
Error of Colour
Quando si parla di francobolli di valore, un doveroso cenno deve essere dedicato a questo pezzo, che è stato venduto in asta a una cifra record di 1,5 milioni di dollari a Basilea. Il suo nome, come è chiaro, è dovuto a un errore di stampa. In virtù di esso, oggi possiamo ammirare un meraviglioso colore blu invece di una cromia rossa.
Francobollo Trinacria
Per raccontare la storia di questo francobollo, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo a quando, nel 1858, il Regno delle due Sicilie ha emesso la sua prima seriedi francobolli. Entrando nel vivo delle carattristiche di questo pezzo, facciamo presente che la possibilità di vedere tre disegni: la trinacria, ossia la testa femminile con tre gambe piegate e simbolo della Sicilia, i tre gigli simboli dei Borbone, il cavallo rampante simbolo di Napoli. Questo francobollo è stato venduto a una cifra pari a 350mila euro.
Gronchi Rosa
In questo caso, si parla di un vero e proprio falso mito della numismatica. Chi non ha molta dimestichezza con questo mondo tende a pensare che il Gronchi Rosa sia uno dei francobolli più costosi in assoluto. Bene, non è così. Parliamo di un pezzo con un valore attorno ai 30.000 euro, dovuto a un errore nel disegnare i confini del Perù (tra l’altro subito corretto). Non una somma indifferente, su questo siamo d’accordo, ma niente di paragonabile con i casi dei francobolli riportati sopra.
Penny Black
Immesso nel Regno Unito nel 1840, questo francobollo raffigura il profilo della Regina Vittoria ed è famoso soprattutto per un motivo: si tratta del primo francobollo adesivo al mondo. Non così raro al giorno d’oggi, viene pagato dai collezionisti attorno ai 3000 euro ed è caratterizzato dall’assenza di riferimenti al Paese che lo ha emesso.