Redditometro: il Fisco dice addio, verrà sostituito con un nuovo strumento

Quando fu introdotto 4 anni fa, il redditometro doveva essere un potentissimo strumento nelle mani del Fisco per stanare gli evasori ed invece si è rilevato poco efficace e verrà presto sostituito con una serie di mezzi e azioni mirate per far emergere i redditi non dichiarati.

Il redditometro entrò in vigore nel 2013, ma la sua efficacia è stata davvero minima al punto da portare alla decisione di eliminarlo. A far scattare gli accertamenti con questo strumento sono gli scostamenti tra reddito dichiarato e le spese accertate riconducibili al contribuente stesso.

L’accertamento fiscale scatta quando si verifica uno scostamento superiore al 20% tra il reddito presunto stabilito dall’Agenzia delle Entrate e quello dichiarato dal contribuente, anche su un solo periodo di imposta.

Nel 2016, la Corte dei Conti ha certificato che gli accertamenti avvenuti grazie al redditometro sono stati soltanto 2.800, portando a un risultato davvero eseguito, un recupero di appena due milioni di euro evasi.

Quando è stato pensato e attuato, lo scopo era quello di ottenere risultati importanti in materia di emersione dei redditi non dichiarati, ma la sua azione nel contrasto all’evasione non è stata così importante come sperato.

Il Fisco non abbandonerà completamente il redditometro che, per un breve periodo, potrebbe anche restare in uso, e punterà su nuovi strumenti più efficaci e precisi che permetteranno di scovare piccoli e grandi evasori.

Nuovi strumenti per accertamenti fiscali al posto del Redditometro, ecco come il Fisco controllerà i contribuenti

In sostituzione del redditometro sono già stati introdotti dei nuovi strumenti di controllo che danno molta più forza all’Agenzia delle Entrate che, può controllare con maggiore efficacia, sia i contribuenti privati, che i professionisti e le imprese.

Di seguito ne citiamo alcuni, ma nei prossimi mesi potrebbero essere introdotte ulteriori novità:

  • Lettere di compliance: serviranno ad aumentare le dichiarazioni spontanee senza dover effettuare accertamenti
  • Split Payment e reverse charge: utili per ridurre i casi di evasione dell’IVA
  • Anagrafe dei conti correnti per il monitoraggio di spostamenti dei denaro
  • Fatturazione elettronica  
  • Trasmissione telematica dei corrispettivi
  • Scambio di informazioni finanziarie con 97 Paesi del mondo per scovare i redditi

La fatturazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi sono due novità che i professionisti e gli autonomi hanno dovuto affrontare nel corso dei mesi passati. L’anagrafe dei conti correnti è senza dubbio uno strumento molto efficace nelle mani del Fisco che gli permette di tenere sotto controllo tutti gli spostamenti di denaro sospetti e incrociare i dati con quelli presenti nei propri database relativi alle dichiarazione dei redditi e alle dichiarazioni IVA.

Abbassamento limite contante e pagamenti elettronici

A rinforzare l’azione di controllo antievasione ci sono anche due novità che riguardano la circolazione dei denaro: a partire dal 1 luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021, la soglia di utilizzo del contante scende a 2.000 euro. Ricordiamo che fino al 30 giugno, era di 2999,99 euro.

Dal 1 gennaio 2020 scenderà a 1.000 euro (Art. 18, Dl 124/2019). Inoltre, si stanno pensando a ulteriori azioni per incentivare sempre di più l’utilizzo dei pagamenti elettronici tramite carte di credito e di debito o altri strumenti tracciabili.

Con l’abbassamento della soglia del contante sono previste anche delle sanzioni pecuniarie importanti che vanno da 2.000 fino a 50.000 euro.

Tutte queste misure serviranno per limitare l’uso del contante e permettere al Fisco di monitorare con maggiore attenzione il denaro circolante. La lotta all’evasione e ai soldi in nero saranno sempre più al centro dell’azione dell’Agenzia delle Entrate. Non è da escludere del tutto che nei prossimi anni si potrà arrivare al solo utilizzo dei pagamenti elettronici.